Sonny Levi, omaggio a un mito della nautica italiana
Oltre 1500 progetti di offshore, motoscafi, motoryacht e una visione rivoluzionaria e avanguardistica del settore mare. Stiamo parlando di Renato “Sonny” Levi, un mito della nautica italiana, recentemente scomparso all’età di 90 anni. Una mano d’oro, una creatività fuori dal comune per un uomo che ha incarnato ante litteram il ruolo del designer moderno, con capolavori ideati per la navigazione sportiva, militare e da diporto.
Nato a Karachi, nell’odierno Pakistan, deve il suo bizzarro e fortunato soprannome alla sua balia che, avendo difficoltà nella pronuncia della “R”, iniziò a chiamarlo “Sonny”. Gran parte della sua gioventù la trascorse in territorio indiano poiché la ditta di famiglia era riuscita ad assicurarsi una grossa commessa per la costruzione di imbarcazioni veloci per Polizia e Finanza locali. E proprio in quegli anni si innamorò delle barche da corsa che si costruiva da sé e testava direttamente. Se qualcosa andava o storto o se semplicemente desiderava incrementare la sofisticatezza delle sue creazioni, tornava al lavoro e correggeva i suoi progetti. La sua geniale ostinazione nel ridisegnare le carene per ridurre al massimo la superficie bagnata durante la planata, gli permise di elaborare la cosiddetta “carena a V”, realizzata contemporaneamente dall’americano Hunt. Già in quegli anni, Sonny Levi dovette sembrare un vero portento, un predestinato a diventare un mito della nautica italiana
Il primo vero riconoscimento delle sue capacità di designer e progettista ebbe luogo nel 1961, quando partecipò alla prima edizione della gara motonautica d’altura Cowes-Torqay, organizzata dal direttore del quotidiano Britannico Daily Mail. Per questa occasione Sonny si presentò con la sua A’ Speranziella. Pur non vincendo, riuscì ad attirare l’attenzione internazionale sui suoi lavori e a farsi un nome nella nautica grazie ai 40 nodi di velocità raggiunti in gara. Ma era solo l’inizio. Nel 1963, con la stessa imbarcazione, si aggiudicò la prestigiosa competizione e la sua matita divenne una delle più contese per i progetti di mezzo mondo. Ormai era un’icona della nautica mondiale e anche Gianni Agnelli gli commissiona due prototipi: “Ultima Dea” e “Ultima volta”.
Non solo barche… Sonny Levi fu protagonista di varie sperimentazioni in campo automobilistico, che puntualmente andarono ad arricchire progetti per Formula 1 e auto di serie. Dunque un designer a tutto tondo, sempre disposto a mettersi in gioco e alzare il livello, qualsiasi fosse l’obiettivo iniziale del suo progetto. Tra le sue creazioni più importanti in ambito nautico ricordiamo: Surfury, uno scafo con carena a Delta doppia motorizzazione collegata a un solo albero; Drago, prima barca di serie a superare i 50 nodi di velocità; Arcidiavolo, che raggiungeva i 67,7 nodi nel 1973; Dart, primo scafo da competizione dotato di trasmissione step-drive. Infine segnaliamo il sistema Levi-Drive, utilizzato ancora oggi per migliaia di imbarcazioni tra le quali Atlantic Challenger II, con cui Benson ha conquistato il record di traversata atlantica (a una media di 35,69 nodi!).