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La plastica del mare sarà carburante per imbarcazioni?

Un problema tanto serio quanto sottovalutato avrà presto una soluzione e l’umanità sferrerà un duro colpo all’inquinamento del pianeta. Quando la plastica del mare sarà carburante per imbarcazioni, non ci sarà più nulla da temere per le circa 600 specie animali a rischio sopravvivenza. Realtà o fantascienza? Il progetto ambizioso, presentato all’American Chemical Society dal chimico Swaminathan Ramesh e dal capitano di vela James E. Holm, non può che lasciarci una buona dose di speranza e ottimismo. I due hanno infatti realizzato un piccolo reattore mobile, funzionante anche a basse temperature, capace di sfruttare tutte quelle plastiche derivate dagli idrocarburi. Grazie a un innovativo processo che consente di trasformare i rifiuti di questo tipo in energia, sarà come avere una riserva di gasolio sempre a disposizione sulla propria barca. Il reattore, grazie alle sue piccole dimensioni, sarà trasportabile su qualsiasi mezzo galleggiante e potrà essere utilizzato anche in mare aperto. Il fine di Ramesh e Holm è quello di sfruttare tale tecnologia sia per riciclare “in loco” i rifiuti plastici dispersi negli oceani, sia di implementarla a livello globale per combattere l’inquinamento. Ora non ci resta che aspettare i test ufficiali della nuova invenzione, che si terranno nelle prossime settimane nella città di Santa Cruz, in California. 

Ma quanto è inquinato il mare oggi? La risposta è contenuta in un recente report firmato Unep, il Programma ambientale dell’Onu, che parla di otto milioni di tonnellate di plastica riversate in acqua ogni anno. Per avere un’immagine più immediata di tale scempio ambientale, basti pensare a un camion che ogni minuto scarica in qualche angolo del pianeta il proprio carico colmo di rifiuti. Numeri impressionanti che hanno portato alla decisa reazione dell’Onu e al lancio della campagna #CleanSeas, che punta all’eliminazione delle principali fonti di inquinamento marino entro il 2022.